Costruire un modello di business etico, in linea con i criteri ESG e di sostenibilità, ad oggi, è un obiettivo fondamentale per tutte le aziende che intendono investire sul futuro. Così facendo, si crea infatti un valore non solo economico, ma anche sociale e ambientale, che sarà percepito positivamente da tutti gli stakeholders e apporterà numerosi effetti benefici sia all’impresa che a tutta la comunità.
Corporate Social Responsability
La Corporate Social Responsability (CSR), definita dal Business Dictionary come “il senso di responsabilità che dimostra un’impresa nei confronti della Comunità e dell’Ambiente”, è divenuta negli ultimi anni un vero e proprio biglietto da visita che qualsiasi impresa o soggetto business può presentare a stakeholders, fornitori e consumatori.
Se, inizialmente, il concetto di CSR prevedeva l’attuazione di iniziative frutto di un’autoregolamentazione di settore, nell’attuale panorama mondiale, invece, anche la normativa comunitaria invita le imprese ad assumere maggiore responsabilità e consapevolezza rispetto all’impatto sociale e ambientale generato dalle loro attività.
Green Deal e Tassonomia
Fondamentale, in quest’ambito, è il Green Deal, ossia l’insieme di iniziative politiche con cui la Commissione Europea pone la sostenibilità e il benessere dei cittadini al centro della politica economica, rendendo gli obiettivi di sviluppo sostenibile il fulcro della definizione delle politiche e degli interventi UE.
È proprio all’interno del Green Deal che si colloca uno strumento fondamentale, quello della Tassonomia, che la stessa Commissione definisce come “una guida pratica per politici, imprese e investitori su come investire in attività economiche che contribuiscano ad avere un’economia che non impatti negativamente sull’ambiente“. Sostanzialmente, la Tassonomia consente di identificare le attività economiche effettivamente sostenibili. Per poter rientrare in questa categoria, occorre che le imprese si impegnino nel perseguimento di sei obiettivi:
- La mitigazione del cambiamento climatico;
- L’adattamento al cambiamento climatico;
- L’uso sostenibile delle risorse idriche e marine;
- La transizione verso l’economia circolare, con riferimento anche alla riduzione dei rifiuti e al loro riciclo;
- La prevenzione e il controllo dell’inquinamento;
- La protezione della biodiversità e della salute degli eco-sistemi.
Allo strumento della Tassonomia si associa il principio DNSH, “Do Not Significant Harm”, che impone alle attività economiche il divieto di arrecare danni significativi all’ambiente, in contrasto con gli obiettivi precedentemente indicati.
ESG: l’acronimo della sostenibilità
Da questi presupposti nascono i concetti di sostenibilità ambientale, sociale e di governance, anche noti come ESG (Environment, Social e Governance); il rispetto di tali criteri impatta direttamente sul valore intrinseco di un’azienda, influenzando le diverse macroaree che in cui essa agisce.
Infatti, nello specifico:
- “Environment” ricomprende, ad esempio, l’adozione di misure utili a contrastare il cambiamento climatico, l’utilizzo sostenibile delle risorse a disposizione dell’azienda, la promozione dell’uso di energie rinnovabili o, ancora, il possesso di certificazioni o marchi ecologici quale l’Ecolabel UE;
- “Social” riguarda il rapporto con il personale lavorativo, la predisposizione al lavoro etico, il rispetto dei diritti umani e delle pari opportunità, ma anche la partecipazione a progetti di beneficenza e l’impegno nei confronti delle comunità locali. In questo contesto trova spazio il Welfare Aziendale: i servizi e le prestazioni di Welfare che l’impresa eroga a favore dei dipendenti rappresentano un ottimo strumento per il perseguimento dello sviluppo della sostenibilità;
- “Governance” prevede l’adozione di buone (o meglio, ottime) pratiche di trasparenza, anche nei confronti della concorrenza, oltre alla gestione dei processi e a tutto ciò che concerne l’etica aziendale.
ESG e sostenibilità: i benefici
Flessibilità in ambito creditizio (scoring)
È emerso che le aziende con le migliori performance ESG possiedono una maggiore capacità di attrarre investimenti e di ridurre i costi di finanziamento, essendo ritenute più solide. Questo perché, quando un’azienda si candida per la richiesta di un finanziamento, la valutazione delle istituzioni di credito non riguarda solamente l’equilibrio finanziario, ma anche l’approccio alla sostenibilità.
Supply chain più efficiente
L’attuazione di pratiche sostenibili lungo la catena di fornitura (anche detta supply chain) permette di aumentare l’efficienza aziendale.
Nella prassi, sono sempre più numerose le aziende che valutano e selezionano i potenziali fornitori prendendo in considerazione (in aggiunta agli ordinari requisiti – es. affidabilità finanziaria, capacità tecniche), anche il rispetto dei criteri ESG. In questo modo è possibile implementare una supply chain ben organizzata, garantendo l’ottimizzazione delle risorse e la massima riduzione degli sprechi, incrementando la competitività dell’impresa sul mercato e ottenendo un risparmio immediato.
È dunque evidente, a questo punto, come l’impegno di un’impresa in tema di sostenibilità ambientale, sociale ed etica sia direttamente correlato al valore del brand percepito da tutti gli stakeholders, che siano essi consumatori, clienti, dipendenti o partner.