Editoriale | Tante parole e pochi fatti

Editoriale | Tante parole e pochi fatti

Il periodo di crisi che stiamo attraversando ha avuto il potere di modificare pesantemente il panorama economico: da questo periodo siamo usciti impoveriti sotto molti punti di vista, ma anche arricchiti di molte nuove certezze. Una è senz’altro che il miglioramento della competitività delle imprese passa in misura importante attraverso la valorizzazione e lo sviluppo del capitale umano di cui dispongono.

Quando si parla di risorse umane – o “HR”, come si predilige chiamarle – e si leggono i numerosi articoli proposti da riviste e giornali negli ultimi tempi, si sentono frequentemente parole come: self marketing, mentoring/tutoring, project management, problem solving, peer learning, engagement… Ma cosa significa, in estrema sintesi, gestione delle risorse umane? Significa che una persona, nel ruolo adeguato alle sue competenze e in un ambiente trasparente e sereno, con una formazione costante, dà il meglio di sé e conseguentemente fa il bene dell’azienda. Sembra ovvio, ma dietro a questo semplicissimo concetto ci sono implicazioni fondamentali e per niente ovvie. Innanzitutto, bisogna credere nelle persone. E scusate se è poco. Tante parole e pochi fatti.

In questo mondo del lavoro tortuoso e complesso, è sempre più difficile trovare chi crede nei propri simili e decide di investire nella loro crescita. E veniamo alla seconda implicazione: sono necessari investimenti. Investimenti nella ricerca di profili professionali adeguati, investimenti nella formazione costante dei propri collaboratori e nella creazione di un clima collaborativo, di fiducia e di reciproco rispetto. E poi ci vuole tempo – tanto, tanto tempo – da dedicare all’ascolto delle persone, unico mezzo per arrivare a comprenderle davvero, a scoprire i loro bisogni.

Da ultimo, ma non per importanza, occorre uno strumento che riesca a fornire un quadro completo della situazione delle persone che operano in un’azienda: dall’organigramma dei ruoli alla mappatura delle competenze, dalle situazioni retributive di ognuno, mese per mese, fino ai piani di carriera, dal raffronto con altre realtà produttive all’inserimento dei CV in una banca dati dinamica. Un lavoro a dir poco immane, ma necessario se si intende davvero investire sulle persone. Noi abbiamo deciso di provarci, e tu?



Virginia Miazzo
Consulente del Lavoro

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