Il Contratto di Espansione

Il Contratto di Espansione

Con il Decreto Sostegni Bis, viene ampliata la platea di coloro che possono stipulare il contratto di espansione per il 2021. Difatti, in ulteriore deroga rispetto alle soglie dimensionali previste (prima dall’articolo 41 D.Lgs. 178/2015 s.m.i. e dopo, in via sperimentale, dalla Legge di Bilancio 178/2020), con il D.L. 73/21 anche le aziende che raggiungono i 100 dipendenti potranno avvalersene.

Ma cos’è il contratto di espansione?

Il contratto di espansione nasce al fine di attuare importanti ricambi generazionali in azienda, in occasione di processi di reindustrializzazione e riorganizzazione. È un turn over protetto che permette di accompagnare i lavoratori più senior verso la pensione e di inserire nuove giovani competenze in azienda, mantenendo costanti i livelli occupazionali.

Si tratta di uno strumento che aiuterà le imprese nella fase post pandemica, permettendo di assumere nuova forza lavoro a costi ridotti, con contratti professionalizzanti, come l’apprendistato, e attuare un cambio generazionale nell’ottica di un nuovo modo di concepire l’impresa. È un percorso di esodo incentivato, rivolto ai lavoratori dipendenti che si trovino a non più di 60 mesi (5 anni) dalla pensione, sia quella di vecchiaia che quella anticipata.

Previa esplicita adesione, sulla scorta del principio di “non opposizione”, i lavoratori uscenti vedranno riconosciuto, per tutto il periodo e fino al raggiungimento dei requisiti pensionistici, un assegno mensile di valore pari al trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro.

Cosa deve fare il datore di lavoro?

Il Datore di lavoro sosterrà la spesa dell’assegno mensile al lavoratore uscente, beneficiando però, per massimo 24 mesi, di un importo mensile corrispondente all’assegno di Naspi che il lavoratore avrebbe fruito in caso di licenziamento. Inoltre, per i lavoratori che accedono con il requisito dei massimo 60 mesi alla pensione anticipata, l’impresa, fermo restando l’assegno mensile dedotto dell’assegno NASpI, dovrà farsi carico dell’onere contributivo, calcolato sulla retribuzione media degli ultimi 5 anni, al netto dei contributi figurativi NASpI già versati dall’INPS.

Per accedere allo strumento quindi, l’impresa avvia una procedura di consultazione, finalizzata alla stipula del contratto di espansione. Al tavolo delle trattative saranno chiamati con l’impresa, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, le Associazioni Sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale, ovvero le RSA o RSU già presenti in azienda.

In luogo di questo scivolo pensionistico agevolato, ne deriverà per l’impresa l’impegno a mantenere stabili i livelli occupazionali. Pertanto l’oggetto dell’accordo verterà sul numero dei lavoratori da assumere, la programmazione temporale di tali assunzioni, la riduzione complessiva media dell’orario di lavoro e il relativo numero di lavoratori destinatari dei programmi di riqualificazione, nonché il numero dei lavoratori che accederanno all’esodo.

Parte integrante del contratto di espansione sarà il progetto di formazione e riqualificazione, dove si descriveranno i contenuti formativi, le ore di formazione, il numero di lavoratori interessati e le competenze tecniche professionali che gli stessi lavoratori acquisiranno all’esito di detti programmi.  

Webinar: il Contratto di Espansione

Per ulteriori approfondimenti, lo Studio comunica che il giorno 13 luglio alle ore 10.00 si terrà un webinar sul Contratto di Espansione a cura del Consulente del Lavoro Vincenzo Barbaro dello Studio Barbaro & Partners Job Consulting. Per partecipare, è possibile compilare il form a questo link con i propri dati.

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