Regime impatriati 2024: la stretta sull’agevolazione fiscale

Regime impatriati 2024: la stretta sull’agevolazione fiscale

Il 29 dicembre è entrato in vigore il Decreto Legislativo n. 209/2023, contenente disposizioni in materia di fiscalità internazionale. Tale Decreto, all’art. 5, modifica il regime per i lavoratori impatriati, rendendo più stringente l’accesso al beneficio fiscale per l’anno 2024.

Le novità del regime impatriati 2024

Requisiti per accedere al beneficio

Per poter beneficiare del nuovo regime impatriati è necessario che il lavoratore:

  • Trasferisca la propria residenza fiscale in Italia a partire dal 1° gennaio 2024;
  • Non abbia avuto la residenza fiscale in Italia nei tre periodi d’imposta antecedenti a quello del trasferimento e si impegni a risiedere fiscalmente nel territorio dello Stato per almeno quattro anni;
  • Inizi un nuovo rapporto di lavoro in Italia, instaurato con un soggetto diverso rispetto al datore di lavoro precedente (se il datore di lavoro è lo stesso, valgono i requisiti previsti per i trasferimenti infragruppo);
  • Svolga la propria attività lavorativa all’interno del territorio italiano per la maggior parte del periodo di imposta;
  • Possieda requisiti di elevata qualificazione o specializzazione secondo quanto previsto dai D.Lgs. n. 108/2012 e n. 206/2007.

Durata del regime impatriati

La durata del regime corrisponde a cinque periodi d’imposta, e la percentuale di reddito esclusa da tassazione è stata ridotta dal 70% al 50%, fino a un limite reddituale di 600.000 euro.

Trasferimenti infragruppo

Nelle ipotesi di trasferimenti infragruppo e, pertanto, nel caso in cui il lavoratore rientri in Italia in società facenti parte del medesimo gruppo di imprese, il requisito minimo di permanenza all’estero è:

  • di sei periodi d’imposta, se il lavoratore, prima del suo trasferimento all’estero, non è stato impiegato in Italia presso lo stesso soggetto (ovvero un soggetto appartenente allo stesso gruppo);
  • di sette periodi di imposta, se il lavoratore, prima del suo trasferimento all’estero, è già stato impiegato in Italia presso lo stesso soggetto (ovvero un soggetto appartenente allo stesso gruppo).

Lavoratori con figli

Per i lavoratori con figli minori che si trasferiscono in Italia o in caso di nascita o adozione di un minore durante la fruizione del regime agevolato, la percentuale di reddito esclusa da tassazione è aumentata al 60%, facendo concorrere il reddito imponibile a fini Irpef nella misura del 40% del suo intero ammontare.

Si precisa che, ai fini dell’agevolazione fiscale, il figlio minore di età (o il minore adottato) deve essere residente nel territorio dello Stato.

Acquisto di un immobile

In caso di acquisto di un immobile adibito ad abitazione principale in Italia entro il 31 dicembre 2023, e comunque nei 12 mesi precedenti il trasferimento, la durata del regime è prorogata di tre ulteriori periodi d’imposta; in questo caso, i redditi concorrono alla formazione del reddito complessivo al 50% del loro ammontare.

Per tale ragione, la condizione per poter usufruire dell’estensione del periodo di agevolazione è aver acquistato un immobile ad uso residenziale in data anteriore all’entrata in vigore della nuova misura e comunque nell’anno 2023.

Regime impatriati 2024: conclusioni

Le novità introdotte dal Decreto Legislativo n. 209/2023 rendono il regime degli impatriati meno vantaggioso rispetto al regime previgente. In particolare, la riduzione della percentuale di reddito esclusa da tassazione avrà un impatto significativo sul risparmio fiscale dei lavoratori impatriati, così come l’eliminazione dell’estensione del periodo agevolabile in presenza di figli o in caso di acquisto di un immobile.

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