Sempre più aziende utilizzano i Flexible Benefit, una forma di retribuzione al lavoratore dipendente in beni e servizi in natura, che non concorrono a formare reddito da lavoro dipendente. Sono innovativi perché il lavoratore può scegliere autonomamente il tipo di servizio di cui usufruire tra quelli elencati dal TUIR, artt. 51 e 100.
Secondo gli ultimi dati di Studio Miazzo, specializzato nel settore con una piattaforma per la gestione del Welfare, se prima il servizio era rivolto principalmente a grandi imprese (soprattutto nel settore dei servizi), oggi, grazie alle legge di stabilità, tutte le Imprese possono utilizzarlo con ottimi risultati e il trend di richieste è in crescita.
“Se un datore di lavoro volesse erogare un benefit di € 1.000,00 al proprio dipendente con il sistema tradizionale, il costo totale del benefit per l’azienda sarebbe di € 1.400,00 e, al netto dei vari contributi, il dipendente percepirebbe solo € 600,00 ” spiega Lorenzo Miazzo, consulente del lavoro . “Utilizzando, invece, il nuovo sistema dei Flexible Benefit il dipendente avrà a disposizione beni e servizi del valore di €1.000,00 e, allo stesso tempo, il costo per l’azienda sarà pari al benefit erogato. Ecco perché sempre più aziende ci richiedono informazioni”.
Con il sistema dei Flexible Benefit i dipendenti possono avere accesso a servizi e beni quali: rimborso rette scolastiche (asili nido, scuola materna, scuola primaria, università), testi scolastici, centri estivi, babysitting, assistenza domiciliare agli anziani, badanti, assistenza sanitaria integrativa, visite specialistiche, spese mediche, buoni pasto, buoni benzina, scontistica presso negozi del territorio, abbonamenti per utilizzo mezzi, tempo libero, attività sportive, interessi su prestiti e mutui, previdenza integrativa e altro ancora.
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