Smart Working: vantaggi e svantaggi

Smart Working: vantaggi e svantaggi

Quando pensiamo allo smart working, abbiamo l’abitudine di assimilarlo al concetto di “lavoro da casa”. In realtà, in base alla modalità di lavoro adottata, è possibile identificare tre profili di lavoratori

  • Gli on-site workers, che lavorano stabilmente presso la sede di lavoro;
  • I lavoratori remote non smart, che hanno la possibilità di lavorare da remoto ma non con altre forme di flessibilità;
  • Gli smart workers, che hanno flessibilità sia di luogo sia oraria e svolgono la propria attività in base agli obiettivi da raggiungere.

Per quanto riguarda l’ordinamento italiano nello specifico, il legislatore ha definito le diverse modalità con cui il lavoro agile può essere attuato all’interno dei luoghi di lavoro: ne parliamo in questo articolo.

Qualche numero

In Italia, la quota di occupati che lavorano totalmente o parzialmente da casa è stimata da Eurostat intorno al 12%, in lieve calo rispetto ai picchi del 2020 (13,6%) e del 2021 (14,8%); secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, nel settore privato il 91% delle imprese con più di 250 dipendenti ha introdotto lo smart working nella propria realtà, mentre nelle PMI la percentuale scende al 48%.

Un’indagine di Assolombarda ha misurato la presenza di questa forma di organizzazione del lavoro nelle province di Milano, Monza, Lodi e Pavia: delle 200 aziende coinvolte, il 60% ha introdotto lo smart working, con un’incidenza degli smart workers del 50%.

Secondo i suddetti numeri, si può assumere come la pandemia da Covid-19 abbia modificato in maniera consistente alcuni asset fondamentali del lavoro. A distanza di tre anni, rimangono però dubbi su quale sarà il futuro del lavoro agile, e quali vantaggi e rischi porti con sé nel medio-lungo termine.

I vantaggi dello smart working

L’Osservatorio Smart Working ha rilevato nel lavoro agile numerosi benefici non solo per i dipendenti, ma anche per le aziende stesse e per l’intero ecosistema.

  • Abbattimento dei costi: si stima che un lavoratore in smart working per due giorni alla settimana risparmi nell’arco dell’anno circa 1.000,00 euro di trasporto (tenendo tuttavia conto di un aumento medio delle utenze domestiche di circa 600,00 euro); dal punto di vista aziendale, allo stesso modo, proporre il lavoro da remoto per due giorni alla settimana consente di risparmiare circa 500,00 euro per ogni postazione non utilizzata, oltre a offrire la possibilità di ottimizzare gli spazi aziendali.
  • Riduzione delle emissioni nocive: dal punto di vista ambientale, due giorni di lavoro agile permetterebbero di diminuire significativamente le emissioni di CO2 causati dagli spostamenti casa-lavoro (circa 450 kg all’anno per persona). Secondo i dati di uno studio realizzato da Development Economics, lo smart working potrebbe ridurre i livelli di anidride carbonica di circa 214 milioni di tonnellate annue entro il 2030.
  • Ottimizzazione del tempo: risparmiare le ore di tragitto tra la propria abitazione e l’ufficio non solo riduce lo stress e i numerosi imprevisti a cui spesso si deve far fronte, ma dà la possibilità di gestire meglio il proprio tempo e di dedicarlo ad altre attività, costruendo una routine più equilibrata tra lavoro e vita privata.
  • Benessere e produttività: un dipendente soddisfatto della propria condizione lavorativa sarà maggiormente motivato e predisposto in modo naturale a una maggiore produttività, con benefici in termini quantitativi e qualitativi per l’azienda in cui lavora; secondo l’Osservatorio Smart Working, nel 2020 il 73% dei lavoratori ha riscontrato un aumento della propria concentrazione lavorando da remoto, individuando in questa modalità un miglioramento in termini sia di efficacia che di efficienza.

I potenziali rischi del lavoro da remoto

In base ai dati del Politecnico di Milano, emerge che:

  • Il 29% dei lavoratori ha difficoltà a separare vita privata e lavorativa nel momento in cui entrambe condividono il medesimo spazio;
  • Il 28% dei lavoratori non riesce a creare un giusto equilibrio tra lavoro e tempo libero;
  • Il 29% dei lavoratori, operando da casa, avverte una sensazione di isolamento rispetto ai colleghi e all’azienda.

Vi sono poi numerose altre “questioni aperte” e problematiche legate al tema dello smart working, tra cui il cosiddetto “tecnostress”, ovvero lo stress legato all’utilizzo continuo dei dispositivi digitali (con conseguente stanchezza, esaurimento, possibile dipendenza tecnologica) e l’eventuale indisponibilità di una postazione da lavoro adeguata.

Per queste ragioni è fondamentale definire delle regole che consentano lo svolgimento ottimale dell’attività lavorativa anche da remoto, tutelando il benessere del dipendente e assicurando all’azienda un adeguato livello di produttività, senza dover rinunciare ai concreti benefici che lo smart working può offrire.

Occorre dunque stabilire:

  • Le mansioni per cui è applicabile la modalità di lavoro agile;
  • Un’organizzazione oraria che garantisca il diritto alla disconnessione;
  • Il luogo di lavoro ottimale (che non necessariamente deve corrispondere al domicilio del lavoratore, ma può essere individuato ad esempio in un’area di coworking o in uno spazio alternativo);
  • Un programma di formazione adeguato che responsabilizzi il lavoratore e gli consenta di svolgere le proprie mansioni in sicurezza e autonomia, anche al di fuori della sede aziendale.

Quali sono i lavoratori con maggior engagement?

Una valutazione del benessere psicologico e sociale dei lavoratori evidenzia come gli smart workers vivano tendenzialmente in una condizione migliore non solo rispetto ai lavoratori in sede, ma anche ai lavoratori remote non smart. Vale la pena di notare che sono proprio questi ultimi a registrare il livello di benessere più basso, anche inferiore a quello dei lavoratori on-site.

Ciò dimostra che non è sufficiente dare la possibilità di lavorare da remoto: per creare una condizione ottimale, occorre rivedere il modello organizzativo, affinché possa offrire dei concreti vantaggi a dipendenti e collaboratori, con una conseguente ripercussione positiva per l’immagine e la produttività aziendale.

ARTICOLI CORRELATI

SE VUOI CONOSCERE TUTTE LE NOVITÀ INERENTI ALLO SMART WORKING, ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER!