Whistleblowing: pubblicate le Linee guida Anac

Whistleblowing: pubblicate le Linee guida Anac

Il 30 marzo è entrato in vigore il Decreto Legislativo n.24 del 10 marzo 2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 marzo: viene così attuata la direttiva UE 2019/1937, o Direttiva Whistleblowing, inerente alla tutela di coloro che segnalano violazioni del diritto dell’Unione e del diritto nazionale.

Il fine della normativa è quello di prevenire la commissione di reati, applicando con maggior enfasi i principi di trasparenza e responsabilità.

Cosa dice la normativa?

La direttiva Whistleblowing si rivolge sia alla sfera privata che a quella pubblica, introducendo nuove modalità di protezione delle segnalazioni, divulgazioni e denunce alle autorità, ed estendendo le tutele previste anche a facilitatori (coloro che assistono il lavoratore che intende effettuare la segnalazione), colleghi e parenti dei segnalatori (whistleblowers).

Come già anticipato, l’oggetto della segnalazione è da riscontrarsi nelle violazioni del diritto dell’Unione che possono nuocere all’interesse pubblico; la tutela, secondo la direttiva, deve essere attuata anche nel caso in cui la segnalazione in questione si riveli infondata, a condizione che il lavoratore abbia avuto dei motivi per effettuarla.

La tutela dei whistleblowers deve garantire la riservatezza degli stessi, il divieto di atti ritorsivi e la previsione di una giusta causa di rivelazione di segreti che esoneri i lavoratori da responsabilità civili e penali; le misure di tutela cessano qualora le segnalazioni si rivelino prive di fondamento ed effettuate con dolo o colpa grave.

La segnalazione può essere effettuata tramite diversi canali:

  • Interni
  • Esterni
  • Pubblici

La tutela è prevista anche per coloro che effettuano la segnalazione tramite la divulgazione pubblica, ma solo qualora il segnalatore abbia prima utilizzato uno degli altri due canali citati senza ricevere un riscontro adeguato. La divulgazione pubblica è prevista anche nel caso in cui l’utilizzo di canali interni o esterni avrebbe potuto comportare eventuali ritorsioni.

La direttiva UE prevede che tutti gli enti pubblici si debbano dotare di canali di segnalazione interni, ad eccezione dei comuni con meno di 10.000 abitanti e per gli enti con meno di 50 dipendenti. Anche gli enti privati con più di 50 dipendenti o quelli operanti in specifici settori (in quest’ultimo caso, a priori dal numero di dipendenti) devono implementare dei canali di segnalazione interni adeguati.

La Direttiva Whistleblowing in Italia

In Italia, il settore pubblico è già in prevalenza allineato con la normativa europea, mentre il settore privato prevede ancora una tutela limitata per i segnalatori, poiché riguarda esclusivamente gli enti che abbiano adottato il modello organizzativo previsto dal D.Lgs. 8 giugno 2001, n.231, e si riferisce solo agli illeciti indicati nella normativa.

In questo contesto, l’Anac diviene l’unico soggetto competente a valutare le segnalazioni e, ove necessario, le sanzioni amministrative sia per il settore pubblico che per quello privato.

La segnalazione ad Anac si dovrà effettuare tramite la piattaforma informatica o le linee telefoniche messe a disposizione o, se richiesto, svolgendo un incontro in presenza. L’Anac dovrà dare riscontro al segnalatore entro 3 mesi dalla data di avviso di ricevimento della segnalazione esterna, che possono estendersi a 6 in caso di giustificate e motivate ragioni; in assenza di tale avviso, dalla scadenza dei sette giorni dal ricevimento.

Le sanzioni amministrative applicate da Anac per il mancato rispetto della direttiva sono le seguenti:

  • da 10.000 a 50.000 euro in caso di ritorsioni sul segnalatore, tentativi (riusciti o meno) di ostacolare la segnalazione, violazioni del diritto di riservatezza;
  • da 10.000 a 50.000 euro in caso di mancata istituzione dei canali di segnalazione;
  • da 500 a 2.500 euro nel caso in cui sia accertata la responsabilità penale del segnalatore per reati di diffamazione o calunnia.

Le disposizioni del Decreto Legislativo n.24 hanno effetto a decorrere dal 15 luglio 2023 per tutti i soggetti del settore pubblico e per quelli del settore privato che, nel corso dell’ultimo anno, abbiano impiegato una media di lavoratori subordinati superiore a 249; solo per i soggetti privati che abbiano impiegato un numero di lavoratori subordinati uguale o inferiore a 249 , il canale di segnalazione deve essere istituito entro il 17 dicembre 2023.

Le linee guida Anac

Dal 15 luglio, con l’efficacia del già menzionato Decreto, sono entrate in vigore le nuove Linee guida Anac, che definiscono le modalità di presentazione all’Autorità delle segnalazioni esterne e la gestione delle stesse, sia per gli enti pubblici che per quelli privati. In concomitanza, è stato pubblicato anche il Regolamento per la gestione delle segnalazioni esterne e per l’esercizio del potere sanzionatorio Anac.

La disciplina sul whistleblowing vuole, da un lato, garantire la libertà di espressione e di informazione, compreso il diritto di ricevere e comunicare informazioni, dando concretezza ai principi di trasparenza e responsabilità delle istituzioni democratiche; dall’altro, mira a prevenire e contrastare la corruzione e la cattiva amministrazione in ambito pubblico e privato.

ARTICOLI CORRELATI

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO SUL MONDO DEL LAVORO!